Drysurf: come allenarsi ad affrontare le onde… in palestra!

Le Canarie, si sa, sono davvero un piccolo paradiso terrestre, ma un’isola in particolare mi sta molto a cuore ed è la piccola, selvaggia e ruvida Fuerteventura.

L’ho scoperta da poco e me ne sono innamorata a tal punto che scappo qui appena ne ho l’occasione. Ed è stato proprio durante uno dei miei viaggi che ho scoperto il surf,  lo sport nazionale praticato da grandi e bambini in tutte le stagioni dell’anno.

Certo non è semplice affrontare le onde dell’oceano senza la giusta preparazione, ma per fortuna a Fuerteventura esiste una scuola di Drysurf e non potevo certo perdere l’occasione di testare questa innovativa disciplina che utilizza una tavola da surf che funziona “a secco”.

Nel centro di riabilitazione Salud e Deporte di La Oliva infatti Miguel Lindoso, più volte campione di atletica leggera, fisioterapista della Nazionale Spagnola di Tennis e appassionato di Biomeccanica, mi ha subito coinvolto in una delle sue lezioni ed è stato uno degli allenamenti più divertenti che abbia mai provato!

Si tratta di una vera e propria tavola da surf in legno fissata su un perno centrale. La tavola è estremamente sensibile e anche solo per salire e stare in piedi in equilibrio è necessario fare un po’ di prove. Una volta imparato e trovato il proprio centro è possibile iniziare a camminare, fare esercizi con i pesetti, eseguire posizioni di yoga o pilates e raggiunto l’adeguato grado di gestione del balance, ci potrete addirittura ballare!

Insieme a Miguel ho provato e riprovato i passaggi per passare dalla posizione supina a quella eretta, esattamente come si dovrebbe fare in mare per prepararsi a scivolare sull’onda. L’allenamento a terra mi ha permesso di eseguire la sequenza in maniera più veloce e sicura una volta entrata in acqua dove la situazione non è certo così “safe” data la difficoltà data dalle onde.

La parola chiave su cui si basa questo nuovo concetto di fitness è propriocezione (o cinestesia) cioè la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, senza il supporto della vista. È considerata un sesto senso in quanto è regolata da una parte specifica del cervello. La propriocezione assume un’importanza fondamentale nel complesso meccanismo di controllo del movimento, per cui viene utilizzata efficacemente anche in fisioterapia di recupero ed in allenamenti sportivi.

Salire sul drysurf, o più tecnicamente il Funtional Balance, è stato come scoprire un mondo nuovo. La prima sensazione percepita è lo stimolo neurale che coinvolge vista, udito e tutto l’apparato muscolare. La concentrazione deve essere massima e continua. Provate a immaginare di stare su una superficie che si muove moltissimo anche solo se leggermente sfiorata, da controllare usando solamente il vostro corpo.  La tensione muscolare è massima e tutti i muscoli lavorano senza sosta. La tavola va letteralmente domata e “schiacciata” e questo costringe i muscoli di gambe e addome ad essere costantemente in trazione.  Ma la sensazione che prevale è il coinvolgimento dei sensi e del sistema celebrale.

Il Drysurf è perfetto anche per eseguire esercizi di stretching e per l’allungamento della muscolatura e della colonna, fondamentali per l’armonia del corpo e la postura.

Il DrySurf è un modo innovativo di allenarsi rapidamente e in poco spazio (la tavola occupa solo 2 x1 m). Per me è stata una splendida scoperta e un’esperienza decisamente unica, anche grazie ad Angela che mi ha coinvolto in una delle sue lezioni a tempo di musica davvero divertente.

Il Drysurf consente una preparazione atletica propedeutica a molteplici discipline come il calcio, il tennis, lo sci o le arti marziali, un modello di fitness talmente valido che una famosa squadra di calcio spagnola (di cui per ora non posso svelare il nome!) inserirà il Drysurf nel programma di allenamento ufficiale.

E in italia? Chissà se qualche palestra all’avanguardia deciderà di dedicare uno dei corsi proprio a questa nuova disciplina? Io sono già pronta per surfare, anzi dry-surfare, anche a Milano!

Alessandra Longo

 

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