Le prugne secche collegate alla prevenzione di alcuni tumori

Secondo le prime indicazioni portate avanti da uno studio americano, il consumo di frutta secca come prugne, fichi e datteri, particolarmente amati dagli sportivi, è stato collegato a una riduzione del rischio di alcuni tumori. Il California Prune Board, consorzio che riunisce 800 coltivatori e 28 confezionatori di prugne provenienti dalla California sollecita ulteriori ricerche sul collegamento tra consumo di frutta secca e riduzione del rischio di alcuni tumori. Siamo sulla strada giusta?

Le prugne secche, un alimento molto apprezzato dagli sportivi (ne abbiamo parlato qui) potrebbero essere collegate alla prevenzione di alcuni tumori. Andiamoci cauti ma la strada potrebbe essere quella giusta. Secondo le prime indicazioni portate avanti da uno studio americano (Mossine V, Mawhinney T, Giovannucci E 2019 Dried Fruit Intake and Cancer: A Systematic Review of Observational Studies. Adv Nutr. 00:1–14.), infatti, il consumo di frutta secca come prugne secche, fichi secchi e datteri è stato collegato a una riduzione del rischio di alcuni tumori.

Prugne secche e prevenzione di tumori

Lo studio ha valutato le ricerche attualmente disponibili riguardo alla frutta secca e, sebbene limitati, i risultati sono stati promettenti suggerendo tassi più bassi di cancro nei soggetti con un consumo maggiore di questi alimenti, dimostrando che “l’aumento del consumo di frutta secca a 3-5 porzioni a settimana può avere effetti benefici per la salute correlata al rischio di alcuni tumori, compresi i tumori del pancreas, della prostata, dello stomaco, della vescica e del colon.”

Frutta secca e stile di vita sano

La revisione sistematica degli studi, scritta dal dott. Valeri Mossine (qui), ha anche dimostrato che la frutta secca sia più efficace nella prevenzione dell’assunzione di frutta al naturale o intera.

Sebbene non sia possibile trarre conclusioni definitive dalla revisione, i suoi autori l’hanno evidenziata come un’opportunità per gli scienziati di approfondire l’associazione tra frutta secca e uno stile di vita sano.

Il California Prune Board, consorzio che riunisce 800 coltivatori e 28 confezionatori di prugne provenienti dalla California, ha accolto con favore la notizia. “Da tempo, le prugne sono considerate parte integrante di una dieta sana e bilanciata – e siamo lieti che le Prugne della California abbiano una dichiarazione nutrizionale sulla salute riconosciuta in Europa” ha affermato Kevin Verbruggen, European Marketing Director del California Prune Board. “È emozionante vedere come si stia iniziando anche a indagare sui benefici delle prugne disidratate e possa potenzialmente portare delle ulteriori grandiose notizie riguardanti la salute! Sosteniamo con interesse la richiesta del dott. Mossine di condurre ulteriori ricerche scientifiche”.

Il parere della nutrizionista

“Questa revisione sistematica della letteratura scientifica sulla correlazione tra consumo di prugne disidratate e tumori fornisce dati molto incoraggianti” afferma Annamaria Acquaviva, dietista e nutrizionista per il California Prune Board in Italia. “Proprio recentemente è stato presentato al Ministero della Salute il volume sui “numeri del cancro in Italia”, frutto della collaborazione tra AIOM, l’Associazione Italiana di Oncologia Medica, e altre associazioni secondo cui i nuovi casi di tumore in Italia tendono a diminuire. Nel 2019 sono state stimate 371mila diagnosi (196.000 uomini e 175.000 donne), erano 373mila nel 2018: 2000 in meno in 12 mesi. Certamente su questi dati incidono l’efficacia delle cure e dello screening e sono noti gli effetti positivi dei corretti stili di vita, tra cui l’alimentazione gioca un ruolo molto importante. Dunque, in questo contesto vale la pena continuare a indagare il ruolo del consumo di prugne disidratate nel ridurre ulteriormente il rischio di cancro integrandole in una dieta sana e bilanciata e uno stile di vita sano, che già ha dimostrato effetti benefici in diversi ambiti, tra cui quello della salute delle ossa e dell’apparato digerente” spiega la dottoressa Annamaria Acquaviva.

Questione di fibre

In una ricerca separata pubblicata nel 2019, il professor Kevin Whelan e il suo team del King College di Londra hanno dimostrato che l’aggiunta di 80-120 g di prugne secche alle diete di soggetti che consumano poche fibre e che hanno problemi intestinali.

L’assunzione di poche fibre e le problematiche intestinali che ne derivano sono fattori di rischio per malattie come il cancro del colon-retto.

Le Prugne della California

“Le Prugne della California sono anche un’eccellente fonte di fibre, con un apporto di circa 7g/100g, ossia quasi un quarto della quantità quotidiana raccomandata” spiega Acquaviva. Pensate che In Italia, meno di 5 adulti su 10 mangiano più di 2 porzioni di frutta e verdura al giorno, meno di 4 su 10 consumano 3-4 porzioni e solo 1 su 10 segnala un’assunzione in linea con le porzioni raccomandate per una dieta sana ovvero 5 al giorno (Fonte: PASSI – Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia 2014-2017). “Sono l’unica frutta secca, naturale e intera ad aver ottenuto un’indicazione autorizzata sulla salute in Europa. Come parte di una dieta sana e bilanciata e di un corretto stile di vita, mangiare quotidianamente 100 grammi di Prugne della California (circa 8-12) contribuisce al normale funzionamento dell’intestino. Tre Prugne della California al giorno costituiscono una delle cinque porzioni giornaliere di frutta e verdura: non risentono della stagionalità e rappresentano un modo facile e pratico per aumentare l’assunzione di frutta e verdura nella dieta”, conclude la Dott.ssa Acquaviva. (S.R)

Abbiamo parlato di Prugne della California anche qui.

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