Per la sicurezza dei ciclisti i consigli di Trek

Breve ma efficace manuale per la sicurezza su due ruote: Trek, società statunitense produttrice e distributrice di biciclette come Gary Fisher, Bontrager, Klein, Electra e LeMond Racing Cycles, promuove una campagna per percorrere le strade senza paura.

Parlando di bici, la sicurezza dei ciclisti è una tematica, purtroppo, sempre all’ordine del giorno visto l’alto numero di incidenti che si susseguono con una frequenza allarmante.

Abbiamo trattato l’argomento sicurezza nel rapporto tra i ciclisti e gli automobilisti ma Trek ci dà modo di approfondire l’argomento.

Quella per la bicicletta è una passione che non conosce stagionalità e, complici anche gli inverni non più così rigidi, si può trovare un ciclista per strada in ogni giorno dell’anno. Parlare di sicurezza dei ciclisti in strada, quindi, è un tema di costante attualità e che coinvolge tanto gli automobilisti quanto i ciclisti: entrambi devono convivere sullo stesso terreno.

Trek ha fatto di questo tema una delle proprie mission e ha stilato un breve, ma efficace, protocollo per sensibilizzare ogni appassionato a prestare sempre più attenzione in strada. Un vero e proprio ABC.

La campagna sulla sicurezza promossa da Trek si fonda su un dato che testimonia come i ciclisti sovrastimino drasticamente la distanza a cui sono rilevabili dagli automobilisti. Se non si adottano delle misure attive per aumentare la propria visibilità, il ciclista corre il rischio di non essere notato.

Ecco quindi che l’ABC della consapevolezza messo a punto da Trek si articola partendo da tre assunti principali: Accese sempre (e in questo caso intendiamo le luci), Biomotricità e Contrasto.
Utilizzare le luci diurne è un buon metodo per farsi notare, ma la combinazione tra luci diurne, elementi per evidenziare le parti del corpo in movimento e scelta di un abbigliamento che contrasti con l’ambiente circostante rappresenta la ricetta migliore.

Più accorgimenti ABC si adottano durante le uscite in bici, più sarà facile essere notati:

“A” come Accese sempre

Affinché una luce diurna sia efficace deve essere davvero luminosa soprattutto perché gli automobilisti, quando sono al volante, sono soggetti a tantissime distrazioni. Una luce fissa potrebbe confondersi con l’ambiente circostante. Al contrario, una luce lampeggiante salta subito all’occhio e cattura l’attenzione degli altri utenti sulla strada.

Inoltre, è stato verificato che le auto dotate di luci diurne, che oggi fanno parte della dotazione di serie, sono meno soggette a incidenti. Applicare questa tecnologia anche alle biciclette è semplice e anche logico a patto che si utilizzino prodotti appositamente studiati per emettere un fascio di luce riconoscibile anche alla luce del sole.

In tal senso, la caratteristica minima di una luce per essere classificata come “utile” nelle ore diurne riguarda la presenza di ottiche, profili di lampeggio e portata del fascio luminoso sviluppato per lo scopo specifico. Senza questi tre elementi, si tratta di normalissime luci.

Oltre a una vasta gamma di luci anteriori, Trek dispone di moltissime luci posteriori visibili durante il giorno: la Bontrager Flare R (da usarsi posteriormente) certifica la visibilità del ciclista fino a 2 chilometri grazie all’utilizzo di ottiche particolari che concentrano il fascio di luce e aumentano la luminosità. Inoltre, la Bontrager Ion 800 R, dispositivo anteriore, assicura un fascio luminoso visibile a 1,5 chilometri.

Le luci Bontrager pesano solo 180 grammi e sono di comodo uso grazie alla batteria ricaricabile tramite cavo USB, al supporto regolabile e alla staffa quick connectper un semplice montaggio sul manubrio.

Il set di luci Bontrager Ion 800 R e Flare R è disponibile a un prezzo consigliato al pubblico di 149,99 Euro.

“B” come Biomotricità

L’uomo è biologicamente programmato per riconoscere gli altri esseri umani prima di qualsiasi altro soggetto: è il movimento del corpo che permette di distinguere i ciclisti dall’ambiente circostante. È questa l’idea che sta alla base del principio di Biomotricità, cioè l’insieme di soluzioni tecniche che mettono in evidenza piedi, ginocchia e altre parti del corpo in movimento con materiali fluorescenti o catarifrangenti.

La ricerca dimostra che se un ciclista usa la Biomotricità in modo efficace aumenta la propria visibilità fino all’83%. La sicurezza dei ciclisti parte quindi da un paio di pratici consigli per applicare al meglio il concetto di Biomotricità: di notte, mettere in evidenza piedi, caviglie e gambe con prodotti realizzati con materiali catarifrangenti mentre in condizioni d’illuminazione diurna, indossare calze, scarpe, copri-scarpe o gambali di colore fluorescente.

“C” come Contrasto

I colori fluorescenti si “attivano” solo in presenza dei raggi Ultravioletti e, quindi, della luce del sole. Un ciclista che indossa capi dai colori fluorescenti aumenta la propria visibilità fino al 300% rispetto a uno che veste capi dai colori normali.Il “problema” sorge però nelle ore serali e il motivo risiede nel fatto che i fari delle automobili non emettono raggi UV abbassando drasticamente l’efficienza di un capo fluorescente. Diversi studi dimostrano che i ciclisti sovrastimano la loro visibilità nei confronti degli altri conducenti del 700%: indossare capi fluorescenti non è sinonimo di visibilità.

L’unica soluzione possibile è quella di utilizzare capi con dettagli riflettenti.
Un ciclista che desidera aumentare il proprio contrasto deve quindi utilizzare indumenti fluorescenti di giorno e riflettenti di sera. Speriamo che queste regole sulla sicurezza dei ciclisti ci facciano riflettere tutti, ciclisti e automobilisti.

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MFM

foto apertura: by David Marcu on Unsplash

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